Presidio solidale con gli antifascisti sotto processo
Giovedì 30 settembre, si terrà l’udienza di Appello del processo che vede imputati due antifascisti emiliani, Mattia del P. CARC e Gianmarco del TPO di Bologna, rei di aver applicato i valori della Resistenza antifascista il 25 aprile 2014 a Reggio Emilia. Quel giorno Mattia e Gianmarco scesero in piazza, insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati, per impedire una provocazione razzista e reazionaria di Matteo Salvini in città. Il motivo di quella manifestazione è chiaro: oggi come allora, nessuno spazio a chi soffia sulla guerra tra poveri. Il 17 settembre 2019 si è concluso il processo di primo grado che ha introdotto l’aggravante del “dolo” e del “concorso morale”: con questa scelta, il Tribunale di Reggio Emilia conferma in pieno quanto l’attacco sia politico a fronte di un teorema accusatorio risibile, viziato e strumentale.
Non ci stupisce che ciò accada in una regione governata da un sistema mafioso e poliziesco con alla testa il Partito Democratico. La Regione Emilia Romagna e le sue Amministrazioni locali a guida “democratica” sono quelle delle denunce, manganellate e arresti a danno dei lavoratori della logistica (e in particolare del SI Cobas), sono quelle dell’accusa di “sediziosa armata” delle antifasciste e degli antifascisti carpigiani che contrastarono (cantando Bella Ciao) un presidio di Forza Nuova nel 2016, sono quelle delle indagini contro due militanti del P. CARC (oggi in fase di archiviazione) per aver chiamato Draghi con il suo vero ruolo (Boia) e - fatti recenti - sono quelle alla polizia che irrompe in una conferenza stampa per le Amministrative di Potere al popolo a Bologna.
La repressione giudiziaria e poliziesca fa il paio con i licenziamenti, il Green Pass, gli sfratti, le chiusure delle aziende. Per farla finita con questi sciacalli e i loro servi dobbiamo farla finita con questa società da loro diretta e gestita a tutela dei propri esclusivi interessi!
Dalle piazze alle aziende dobbiamo far ricadere il masso sulla testa di chi lo ha sollevato: tessiamo un ampio ed esteso coordinamento di collettivi, comitati, assemblee e organismi politici e sindacali. Facciamo montare la marea che sommergerà il governo Draghi fino a cacciarlo: la lotta di GKN e del resto delle vertenze come Alitalia, Whirlpool, Logista insieme alla chiamata del sindacalismo di base per lo sciopero generale dell’11 ottobre sono tappe nevralgiche della fase attuale della nuova guerra di Liberazione nazionale!
Lottiamo uniti: far valere i valori della Resistenza antifascista, oggi come il 25 aprile 2014, significa fare nostra la parola d’ordine lanciata dai lavoratoti GKN di Campi Bisenzio (FI): INSORGIAMO!
Si può vincere, fino ad imporre un governo d’emergenza espressione degli interessi delle masse popolari!
Toccano uno, toccano tutti!
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