DRAMMATURGIA: DAL ROMANZO ALLA SCENA
DESCRIZIONE DEL CORSO
La scrittura drammaturgica porta con sé una particolare esigenza rispetto ad altre forme letterarie: essa nasce appositamente per essere letta o interpretata ad alta voce in comunità, prevede dunque un momento di condivisione tra corpi e voci che rappresentano o assistono a una determinata rappresentazione del mondo. Come tutte le forme artistiche, la scrittura mira appunto a rappresentare la realtà o un frammento di essa, e la sua struttura dipende inevitabilmente dal concetto che si ha sia di rappresentazione che di realtà.
La forma drammaturgica è stata rivisitata e ridefinita più volte nel corso della storia. Da "La Poetica" di Aristotele, in cui viene definito un “dramma” che rispetta determinate regole di unità e di logica, si sono sviluppate nei secoli successivi svariate forme e teorie riguardo la composizione drammatica. Se il dramma aristotelico si basa su certi principi di chiarezza e di verosimiglianza, ove spesso si rappresenta il rapporto tra individuo e coro/comunità, nel rinascimento nasce il “dramma moderno”. In esso l’interiorità dell’individuo, i rapporti intersoggettivi e la capacità decisionale dell’uomo diventano priorità e, pur mantenendo una certa coerenza con i principi aristotelici, il dramma moderno vuole ricreare un frammento della realtà assestante capace di illudere lo spettatore che le parole ivi presenti appartengano non all’autore ma ai personaggi del dramma. Questa forma subisce una “crisi” e viene contestata tra fine ‘800 e inizio ‘900: opere come quelle di Ibsen o di Strindberg evidenziano la suddetta crisi attraverso elementi prima estranei che però permettono al dramma di mantenere una apparenza “assoluta”. Esperienze come quelle di Brecht e Piscator rifiutano la forma drammatica che mira a illudere lo spettatore e non a coinvolgerlo, e cercano un tipo di teatralità, definita “epica”, che permette allo spettatore di riflettere. Cercano un tipo di testualità che serva ad allontanarsi emotivamente dalle vicende rappresentate per poter “vedere meglio”, per pensare in maniera critica. Durante il corso del ‘900 emergono, e durante la seconda metà del secolo prendono forma, quelle esperienze “post-drammatiche” come possono essere alcuni testi di Roland Schimmelpfenning e di Sarah Kane, ove si vedono diversi modi di rappresentare la realtà attraverso l’individuo e i rapporti con se stesso e gli altri, allontanandosi ulteriormente dalla logica aristotelica.
Il corso mira alla creazione di una drammaturgia originale a partire da "I demoni" di F. Dostoevskij o, in alternativa, da un romanzo scelto dallo studente. Partendo da uno studio del materiale letterario iniziale, dalle sue linee narrative, gli allievi affronteranno il concetto di coinvolgimento/implicazione per esplorare insieme al docente le possibilità drammatiche presenti nel romanzo proposto.
MODALITA’ DEL CORSO
Inizio del corso: Giovedì 30 Gennaio 2020 (è possibile iscriversi fino a fine Marzo).
Il corso si terrà presso Sharazàd - Centro Culturale ogni Giovedì dalle 19,30 – 21,30* fino al mese di Luglio.
*primo incontro gratuito.
Numero massimo 15 partecipanti.
Si rivolge a coloro che desiderano approfondire l’aspetto drammaturgico o a chi ha già esperienza nella disciplina.
Non comporta l’adesione ad un progetto performativo.
INFO E ISCRIZIONI: centrosharazad@gmail.com
http://www.sharazad.org/drammaturgia/
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